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Guarigione inspiegabile

A tutti il lettori, ammalati e non, auguro che questa testimonianza possa essere la speranza nel continuare a credere che Dio può tutto, anche quando siamo schiacciati dal peso della croce.
Sono una normalissima donna con pregi e difetti, ma, nonostante i miei limiti e i miei sbagli, Dio che è immensamente misericordioso, mi ama come ama tutti noi.
Ciò che mi è capitato nel mese di luglio è la terza guarigione fisica inspiegabile dal punto di vista medico che il Signore mi ha concesso.
Ho avuto una vita difficilissima ed è capitato anche a me tante volte di non sentire Dio vicino e di scoraggiarmi, ma questa volta ero stremata e mi sono abbandonata totalmente a Lui.
Dopo un lungo periodo travagliato a causa di diversi disturbi, due mesi fa ho percepito un dolore all’inguine, come una scossa, e percepii una massa dura nel ventre che puntava ed era visibile anche esternamente sul corpo.
Lavorando in ospedale i medici mi hanno fatto fare urgentemente tutte le analisi, ecografie, TAC, ecc. con risultati poco rasserenanti poiché è stata diagnosticata una massa di 8 centimetri nell’ultimo tratto di intestino; i valori tumorali erano altissimi. Il mio intestino era occluso ormai da una settimana nonostante tutte le purghe a cui venivo sottoposta. I medici mi dissero che si trattava di eseguire un intervento urgente.
Io purtroppo sapevo a che cosa stavo andando incontro. Nessuno poteva illudermi che potesse trattarsi di qualcos’altro diverso dal tumore, poiché, lavorando proprio in quell’ambiente ero pienamente cosciente della gravità della situazione.
Ero ormai molto sotto peso, ma non potevo mangiare nonostante la fame perchè i livelli di feci erano già al limite massimo.
Questa è stata l’unica volta che ho pianto; ero consapevole che la mia vita sarebbe cambiata. Ero molto preoccupata per mia madre anziana e per i miei figli ai quali do una mano nella loro attività. Mi sentivo male; non sapevo come avrebbero fatto senza di me e tutto questo aggiungeva altri problemi a quelli che già avevo.
Così prima del ricovero urgente, un sabato mattina mi recai da don Adriano; gli spiegai la mia grave situazione e gli chiesi di pregare per me. Lui invocò la benedizione del Signore su di me e mi rassicurò che avrebbe continuato a ricordarmi nelle sue preghiere e nella celebrazione eucaristica.
Rientrai in ospedale ma stavolta come paziente nel letto numero 12. A mia madre dissi che mi facevo ricoverare per coliche renali.
Intanto i medici continuavano a sottopormi ad esami di ogni genere: metodo di contrasto, iniezioni, sciroppi di purghe, clistere di acqua ossigenata, e così via, ma, nonostante tutto questo, non mi liberavo e, cosa molto strana, io non avevo dolori. I medici erano impediti nell’operarmi.
Durante la permanenza in ospedale sono sempre stata serena; avevo messo la mia vita in mano a Dio e poi ero coccolata da tutti i miei colleghi. Chiesi preghiere a tutte le persone a me care. Mi ero abbandonata totalmente a Dio chinando la testa e accettando la mia sorte qualunque fosse stata.
Al martedì mattina, prima di essere sottoposta alla rettoscopia, per poi decidere l’intervento, chiesi al cappellano di ricevere l’olio degli infermi e di confessarmi.
Il tubicino della rettoscopia arriva fino in cima all’intestino; ma i medici non credono ai loro occhi perché, contrariamente ai risultati positivi di tutti gli esami precedenti, adesso invece non c’erano più né massa né feci. Dopo essersi consultati vennero da me per chiedermi se fossi andata in bagno senza dirglielo, ma io era da 16 giorni che non andavo in bagno. Rifecero nuovamente tutte le analisi e i valori tumorali erano negativi; tutto era tornato a posto, non solo, ma aggiunsero che avevo le mucose rosee, un intestino bellissimo e che non c’era traccia di arrossamenti o irritazioni dovuti ai clisteri.
Capii che Dio mi aveva miracolata e perciò chiesi di essere subito dimessa. Stavo benissimo; così in pigiama con la mia valigia mi sono avviata all’uscita dove incontrai l’ecografista che, incredulo, mi costrinse a fare un’altra ecografia; anche lui è rimasto sconvolto nel vedere il risultato tanto che restò senza parole.
Nessuno di noi aveva pregato per chiedere il miracolo; si pregava perché l’intervento andasse bene, ma Dio fa molto di più di quello che immaginiamo quando chiniamo umilmente la testa e gli diciamo “pensarci tu”.
Non mi resta che ringraziare Gesù, la Madonna e tutte le persone che hanno pregato per me.
Un ringraziamento particolare a don Adriano per la sua potente preghiera di intercessione.
Scrivo questa testimonianza affinché le persone che sono nella sofferenza non disperino, ma si affidino totalmente a Dio.

MENSA DEI POVERI

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