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Venga il tuo regno

Sintesi dell'incontro del primo  venerdì del mese - 12 gennaio 2018
Tema: “Venga il tuo regno”
relatore: S.E.Mons. Marco Arnolfo, Vescovo di Vercelli


Carissime sorelle e carissimi fratelli, grazie per aver implorato lo Spirito su di me, sulla Chiesa e sul mondo. Vengo volentieri da voi proprio perché sento questo dono, che riempie il cuore, che porta serenità, pace e anche riposo. Quando sono arrivato ero stanco, ma dopo la preghiera con voi mi sono sentito riposato perché quando si prega si è a contatto con Dio e si è ristorati nel profondo del cuore.

Meditiamo sulla prima parte della preghiera di Gesù, “Venga il tuo regno”, contempliamo direttamente Dio e vediamo la sua vera identità, il suo volto: “sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno e sia fatta la tua volontà”.

Nellaseconda parte dove siamo più coinvolti noi:“dacci il nostro pane quotidiano, perdona i nostri peccati, liberaci dal male, non abbandonarci nella tentazione”.

Questasera siamo invitati a contemplare il volto di Dio, a contemplare questa presenza di Dio che ha una signoria che vuole estendersi in tutto il mondo.Lo facciamo con le parole, con il cuore, con i sentimenti di Gesù rivolti al Padre suo:“venga il tuo regno”.

Gesù ci fa implorare:“venga il tuo regno” perché l’uomo col peccato si è ribellato, ha pensato di poter fare a meno di Dio e di vivere solo con il suo io, con la sua superbia,con il suo orgoglio e con il suo io granitico dentro il cuore; così ci siamo trovati nel mondo, con le guerre, con la violenza, con la cattiveria.

Pensiamo che l’egoismo, l’orgoglio, un’economia dominata tante volte solo dalla voglia di avere, dalla bramosia del denaro, del potere hanno derubato questo mondo meraviglioso nelle sue bellezze, l’hanno rovinato addirittura incidendo sul clima; cambiamenti climatici prodotti da una nostra economia veramente scriteriata.Questo è il nostro mondo in cui, pensando di fare a meno di Dio, ci siamo attirati il male non solo nel mondo, ma anche nelle nostre case e nelle nostre famiglie, con le discordie, con le invidie, con le gelosie, nell’angoscia, nella paura, nelle situazioni che proviamo nel nostro cuore.

Certo, di fronte a un mondo da riconquistare ci stupisce il modo in cui Dio decide di far conoscere la sua umanità e il suo regno.Ci stupisce, ha stupito gli Apostoli, anzi, si son sentiti quasi traditi; pensate a Giuda, si è sentito tradito dal Messia che pensava fosse venuto per instaurare il suo regno, ma un regno di gloria, di potere, già qui sulla terra.

Giuda si sente tradito dall’immagine di un Messia che vuole instaurare un regnoassurdo, incompreso, accettando l’umiliazione, mettendosi a servizio degli altri, inginocchiandosi davanti agli Apostoli durante l’ultima cena per lavare i piedi a loro.Ma questo non può essere il Dio potente, il Dio grande che viene a instaurare il suo regno.

Gesù instaura un regno in modo totalmente diversodal modo in cui oggi i regnie le superpotenze pensano di manifestare la loro potenza sfoggiando la serie di armi, di missili e di bombe, che tante volte nelle grandi feste vengono fatte sfilare davanti alle autorità e al popolo.Potenza che si manifesta distruttiva, potenza di morte, potenza di rovina.

Gesù sulla croce ci indica con chiarezza come Dio vuole riconquistare il cuore dell’uomo; così estenderà il suo regno andando ad abitare nel cuore dell’uomo, nel cuore che liberamente l’uomo apre a luie liberamene lo accoglie, nel cuore dell’uomo che si lascia conquistare totalmente da Lui.

Giovanni, con gli altri Apostoli econ Giuda avevano addirittura desiderato essere i primi, i più potenti e bisticciavano quel giorno, lui e Giacomo, chiedendo addirittura alla loro mamma di insistere presso il Signore. Essi pensavano che nel suo regno sarebberostati i più bravi, i più grandi, i più importanti; ma Gesù aveva detto, no, nel regno di Dio, tra di noi, non è così perché chi vuole essere il più importante deve farsi il più piccolo, chi vuole essere il più potente deve farsi servo degli altri.

Solodal momento dalla croce, dalla morte e poi dalla resurrezione di Gesù, Giovanni egli Apostoli cominceranno a capire come Dio, veramente, ha instaurato il suo regno, come vuol regnare nel nostro cuore.Giovanni lì comincia a lasciar entrare Gesù nella sua vita ed è proprio davanti a quella croce, che anche uno dei due ladroni si lascia conquistare il cuore.

Gesù durante tutta la vita, in particolare durante la sua vita pubblica, ha sempre dimostrato il suo amoree ci ha fatto capire quanto ci ama.Sullacroce non ha un modo più grande per dirci come e quanto ci vuole bene, e lo dimostra offrendosi per noi, fino ad amare i nemici, fino a pregare per quelli che lo mettono in croce, per quelli che lo umiliano dicendo: “Padre perdonali” (Lc 23,34).

Di fronte a questa manifestazione dell’amore di Dio, comprendiamo come Gesù conquista il cuore di quel ladrone che è un po’ il simbolo del male, dell’uomo corrotto;quel delinquente che subiva la pena capitale.Quell’uomo si apre alla luce di Dio che porta serenità e pace.

Ancheun centurione, un soldato che eseguiva queste pene capitali, abituato alla crudeltà, anche lui si lascia conquistare.Non era un uomo di fede, un uomo di preghiera, probabilmente non aveva nessuna religione, ma si lascia conquistare il cuore da chi manifesta l’amore e dice:«Veramente quest'uomo era giusto» (Lc 23,47).Sel’uomo si lascia abitare e conquistare il cuore dal Signore, diventa capace di estendere il suo regno.

Dobbiamo camminare ed invocare questo regno ogni giorno, con il Padre Nostro, fino a quando Dio non sarà tutto in tutti. Allora lo potremo vedere e contemplare poi nel suo regno, quando, faccia a faccia, davanti a Lui gusteremo la bellezza e la gioia della Sua presenza e del suo amore.

“Venga il tuo regno” significa che dobbiamo impegnarci attraverso la nostra totale disponibilità, docilità e con la nostra vita nel propagare il regno di Dio dicendo, come abbiamo cantato:“Usami, o Signore, serviti di me perché il tuo regno, attraverso di me, possa raggiungere tutti i fratelli”. Amen.

A cura di M.M.

 

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Dove c’è vero amore di Dio c’è sempre servizio per l’uomo, un servizio, però, fatto con gioia, con umiltà e con tenerezza. 

(Don Adriano)