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Editoriali di Don Adriano

Ama la vita e vivila in pienezza

Carissimi,
è bello vivere per amare, e amare per vivere.
Il vivere la vita significa accogliere l'amore che scaturisce dal cuore di Dio. È Dio la fonte della nostra vita. Tutto è stato creato da Dio in Cristo Gesù nello Spirito Santo per vivificare la preziosità del nostro vivere.
Pensiamo al creato in cui siamo immersi per gioire nel vivere: le piante, i meravigliosi fiori, le preziose erbe che possiedono forme mirabili, colori stupendi, foglie che esprimono la bellezza della propria pianta, frutti che danno vitalità al dono della vita. Anche gli animali esprimono la bellezza della propria vita secondo le loro varietà e caratteristiche.
Dio disse: «Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo. Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli
uccelli alati secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona» (Gn 1,20 s). Queste sono forme meravigliose di vita e sono a servizio dell'uomo, ma tutto deve essere amato, rispettato e usato con riconoscenza verso Colui che tutto ha creato. Guai a fare soffrire le meraviglie che ci circondano! Ci dice stupendamente Shaw: “Solo la nostra stoltezza ci impedisce di trasformare il mondo in un piccolo paradiso” (G.B. Shaw).
La vita umana è e deve essere apertura a Dio, al suo infinito amore, alla sua grazia, alla sua misericordia, al suo perdono, alla sua bellezza, alla sua grandezza; lì sta la vera vita, la gioia di viverla e di amarla, di custodirla con tutte le nostre forze. Dio creò l'uomo a sua immagine e somiglianza (cfr Gn 1,26s). E il libro della Sapienza dice che Dio, in Cristo Gesù, ama tutte le cose: «Tu risparmi tutte le cose, perché tutte son tue, Signore, amante della vita» (Sap 11,26). Dio stesso, pertanto, invita e raccomanda all'uomo, che è la meraviglia delle meraviglie, la cura della vita. Non solo gli proibisce di uccidere, ma vuole anche che combatta tutto ciò che deturpa il proprio e l’altrui corpo, il sudiciume dell'ambiente, il lavoro sfibrante, la trascuratezza e il disordine, gli eccessi nel bere e nel mangiare, l'uso di stupefacenti e tutto ciò che lascia un senso di atroce assuefazione.
È bello ciò che dice sant’Ireneo: “L'uomo vivente è gloria di Dio”.
Nel libro della Sapienza leggiamo: «Tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato; avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata» (Sap 11,24). Tutto è segno dell'amore di Dio. Pertanto, la nostra vita è sempre attiva, rinvigorita dalla grazia del Signore:
«In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo » (At 17,28). Anche sant'Agostino stupendamente in merito ci dice: “Tu ci hai fatti per te, o Signore, e il nostro cuore è inquieto sino a quando non riposa in te”. Al giovane ricco che gli chiedeva che cosa dovesse fare per entrare nella vita eterna, nella pienezza dell'amore di Dio, Gesù rispose: «Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti» (Mt 19,17). Inoltre, tra i comandamenti da osservare, Gesù ancora aggiunge: «Non uccidere» (Mt 19,18). Dunque, tutto ciò che minaccia la vita deve essere combattuto: fame, malattie endemiche, violenza, soprusi, guerre, omicidi, genocidi, aborto, eutanasia, suicidio volontario, violazione dell'integrità della persona umana, le torture e tutto ciò che offende la dignità umana.
Guai a chi offende la bellezza e la grandezza della vita.
Maria, la Madre del Signore, della Chiesa e di ciascuno di noi, che è stata esemplare nel gioire e nel vivere intensamente la vita, ci sostenga e susciti in noi il fervore dell’amore alla vita, dono immenso che Dio ha elargito a tutta l'umanità. Pertanto ognuno si impegni per arricchire la propria vita con le opere di bontà, di tenerezza, di grazia e di servizi gioiosi caritatevoli verso i fratelli e le sorelle bisognosi, poveri, emarginati, malati e sofferenti.

Don Adriano


"...Io sto in mezzo a voi come colui che serve" (Lc 22,27)

"...Io sto in mezzo a voi come colui che serve" (Lc 22,27)

Carissimi,
è stupendo servire per amare guardando come Gesù ci insegna a gioire servendo ed esercitando la carità. La via alla vera grandezza e bellezza della nostra vita è quella di servire e di esercitare la carità di Cristo amando. Tutti siamo chiamati a un servizio reciproco; a donare il meglio di noi stessi a coloro che soffrono, che sono poveri, che si trovano ai margini della famiglia e della società che non hanno voce in capitolo e che sono emarginati e sfiduciati.
Chiediamoci: chi ci dona l'energia, la forza e la felicità di servire per amare? Lo Spirito Santo è quell'energia spirituale che ci spinge a donare senza riserve ciò che dal Signore gratuitamente e abbondantemente abbiamo ricevuto e continuiamo a ricevere. È bello ciò che ci dice Gesù nel Vangelo: «…il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti» (Mt 20,28). È l'amore di Dio che ci spinge a donare, e sempre donare, in Cristo Gesù nello Spirito Santo il nostro servizio. Se si ama, se si serve con gioia e se si esercita la carità di Cristo Signore, solo così si può assaporare e gustare il valore della carità del servizio donato per amore. La carità è Dio che ama, ma per servire bisogna vivere in Cristo; fuori di lui non è possibile vivere amando e servendo. Non a caso san Paolo, nelle sue lettere, usa l'espressione “in Cristo” 164 volte; poi la ripete usando il pronome “in lui”, e poi ha saputo dire: «Per me vivere è Cristo» (Fil 1,21).
La preghiera sia la nostra forza, e sia il nostro imparare a dare del tempo a Dio animato dallo Spirito Santo; è un tempo per stare con il Signore, perché possa operare in noi nel nostro quotidiano, nel nostro servizio amorevole e caritatevole, nelle possibili fatiche, e che possa davvero invadere la nostra vita. È bello pregare per amare! È la preghiera che ci rende fedeli e perseveranti nel vivere intensamente la nostra vocazione alla vita, alla famiglia, al lavoro, al nostro servizio ai più poveri tra i poveri per vivere insieme la volontà del Signore. Così pure l'Eucaristia, che è il capolavoro dell'amore di Dio per tutta l'umanità e per ciascuno di noi, deve essere il cuore del nostro vivere e del nostro operare servendo. Dio ci nutre in Cristo Gesù nello Spirito Santo con il suo amore, con la sua infinita misericordia, e con la sua bontà. L'Eucaristia è il punto più alto dell'amore di Dio per noi, per ciascuno di noi, e porta nel centro della nostra vita il santo mistero del corpo e del sangue del Signore. Dio è presente e operante nel cuore dell'umanità per sostenerla e animarla in un cammino di conversione e di santificazione; pertanto, celebrando l'Eucaristia, l'amore di Cristo, diffuso nei nostri cuori, ci spinge ad amare e a servire i fratelli e le sorelle fino ad assumerci le loro debolezze, i loro problemi, le loro difficoltà e le loro povertà. Pertanto: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35).
La santa Madre di Dio, della Chiesa e di ciascuno di noi, accompagni con il suo cuore materno il nostro servire per amare.

Don Adriano

Questo è il mio comandamento (Gv 15,12)



"Questo è il mio comandamento" (Gv 15,12)

Carissimi,
vivere il comandamento della carità, dell'amore e della bontà, significa preghiera intensa e partecipazione al dono immenso dell'Eucarestia da cui riceviamo grazia su grazia; carità donata perché vissuta con amore. Vivendo in Cristo, Signore nostro, noi riusciamo, per l’opera meravigliosa dello Spirito Santo, a tradurre in opere la stessa carità di Cristo Gesù, il comandamento dell'amore di Dio, che deve essere segno evidente di coloro che il Signore ha scelto e inviato nel quotidiano a portare l'annuncio del Vangelo, il servizio caritatevole a coloro che sono nella sofferenza, che sono sempre più poveri, che sono abbandonati a se stessi, alla tristezza e all’angoscia. L'amore di Dio in Cristo Gesù nello Spirito Santo è la linfa che scorre nella vita
dell'umanità, nella vita di ciascuno di noi. La grazia del Signore, produce e deve produrre i medesimi frutti della Carità fino al dono della propria vita.
Chi ama, non può che donare, e donare sempre, senza riserve.
Gesù dice ai suoi e a noi: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15,12-13), e aggiunge con energia: «Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri» Gv 15,17). Gesù affida a ciascuno di noi questo testamento che è la sintesi di tutti i suoi insegnamenti, compendio del Vangelo, originalità della vita umana e cristiana, missione della Chiesa, di tutti noi, ovunque ci si trovi a vivere il proprio quotidiano. La nostra vita è partecipazione viva, operante nella carità di Cristo, nel suo amore per il Padre e per tutta l'umanità; un amore dimentico di sé. È la preghiera che ci porta a gioire nell'esercitare la carità di Cristo Gesù, Signore nostro. Senza la preghiera non si è abilitati ad amare, a donare e a ricevere amore; a donare amore che manca al mondo di oggi! Impariamo a dare tempo al Signore. La preghiera va intesa anche come tempo per stare con Gesù, perché possa operare in noi tra le distrazioni, le fatiche e i problemi che travagliano la nostra vita. Mediante la preghiera, Gesù interviene nelle nostre sofferenze, nei momenti di solitudine e di malattia, e con la potenza dello Spirito Santo Egli entra nel cuore della nostra vita per confortarla, guidarla, sostenerla, illuminarla e arricchirla della sua presenza. Così pure la celebrazione eucaristica, dono immenso dell'amore di Dio, deve essere messa al centro del nostro vivere, del nostro operare. È il mistero del Corpo e del Sangue del Signore vivo e presente nel cammino dell'uomo: lo sostiene, lo anima e lo arricchisce della potenza dell'amore di Dio, della Parola di vita, della sua misericordia, della sua bontà e della sua tenerezza. Solo così si impara ad amare Dio, ad amare Cristo Gesù e lo Spirito Santo; ad amare i fratelli e le sorelle che il Signore ci ha messo a fianco, o ci fa incontrare nel nostro cammino di vita: e sono tanti e tante. Dobbiamo imparare ad amare l'umanità bisognosa di serenità, di pace, della Misericordia di Dio, di armonia, di gratitudine, di generosità, di perdono e di solidarietà.
La Vergine Maria, la piena di grazia, La Madre della Chiesa, guidi e sostenga questo nostro cammino meraviglioso.

Don Adriano


Vivere animati, illuminati, guidati dallo Spirito Santo

É lo Spirito Santo che anima il nostro vivere e il nostro operare nel cammino della nostra vita.
San Paolo ci invita ad affidare all'opera meravigliosa dello Spirito Santo il nostro continuo rinnovamento nello spirito per vivere amando.
L'apostolo delle genti dice a tutti: «Ma voi non così avete imparato a conoscere Cristo, se proprio gli avete dato ascolto e in lui siete stati istruiti, secondo la verità che è in Gesù, per la quale dovete deporre l'uomo vecchio con la condotta di prima, l'uomo che si corrompe dietro le passioni ingannatrici e dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente e rivestire l'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera» (Ef 4,20-24). Deve emergere in noi la nuova creatura, quella creata e amata intensamente da Dio in Cristo Gesù nello Spirito Santo. È importante che il nostro operare quotidiano diventi sempre più bello e più arricchente di fede, di speranza e di opere caritatevoli. È importante che tutto e tutti siano messi nel cuore e nelle mani di Dio. Dio è amore! Dio è fonte di gioia che, purtroppo, ai nostri giorni è sempre più carente. Il nostro Dio è un Padre ricco di Misericordia e di tenerezza. È lui che vivifica dal profondo del nostro cuore il nostro vivere, il nostro operare e il nostro crescere spiritualmente in Cristo Gesù nello Spirito Santo.
Dio è sempre presente nel nostro cammino di vita! In questo nostro stupendo itinerario siamo sempre animati dalla presenza mirabile di Dio.
Se Dio ci lasciasse soli la nostra vita si spegnerebbe e il coraggio di affrontarla verrebbe meno. L'opera mirabile dello Spirito di Gesù in noi è inesauribile e sempre attiva. È bello ciò che dice San Paolo quando parla dello Spirito di Dio, dello Spirito Santo: «Dio infatti non ci ha dato uno Spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza» (2Tim 1,7).
Lo Spirito Santo è principio animatore e verificatore, ed è anche principio di forza e di vigore: è lui che ci insegna a pregare alla presenza del Signore; ci insegna a gioire nello stare alla presenza del Signore; ci insegna a contemplare le meraviglie operate da lui e ad esercitare la carità verso i bisognosi, i poveri, gli indigenti, gli emarginati e gli ammalati. Lo Spirito Santo ci insegna a partecipare alla celebrazione eucaristica, alla confessione periodica e alla vita sacramentale. Teniamo sempre presente che l'Eucaristia celebrata e vissuta ci porta nel cuore dell'amore di Dio donato in pienezza in Cristo Gesù nello Spirito Santo a tutta l'umanità. Lo Spirito Santo in Cristo Gesù è potenza dell'amore di Dio, della sua misericordia, della sua bontà e della sua compassione.
Lo Spirito Santo ci fa vedere Dio nei fratelli e nelle sorelle per servire ed amare Gesù in loro. Gesù ci dice: «Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri» (Gv 15,17). Anche san Paolo dice: «Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo di perfezione» (Col 3,14).
Noi dobbiamo essere, per il prossimo, l'immagine del Signore Gesù.
Nel Vangelo Gesù ci dice: «Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli» (Mt 5,16). La Carità di Cristo Gesù e l'amore di Dio devono rimanere sempre vivi nel nostro cammino di vita, come ci ha insegnato e ci insegna Maria Santissima, Madre della Chiesa, Madre Nostra e madre del Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione.

Don Adriano


Il dramma della sofferenza nell'uomo

Gennaio-Febbraio 2023

Carissimi,

illuminati dallo Spirito Santo, ci proponiamo di riflettere sul significato della sofferenza che coinvolge la vita di ogni persona.
Gesù è il sofferente per eccellenza; egli si è addossato tutti i nostri peccati, non solo, ma si è fatto carico anche delle nostre sofferenze che ci coinvolgono e che travagliano tutta l'umanità.
Per Gesù soffrire significa amare, amare intensamente, amare per salvare l'uomo immerso anche nella sofferenza, nel peccato e nel male che lo rattristano. Il nostro Dio è il Dio della vita, della gioia, della salute, del perdono, della Liberazione e della guarigione. È necessario pregare con fede, così: “O Dio, che nel tuo amore di Padre ti accosti alla sofferenza di tutti gli uomini, uniscici alla Pasqua del tuo Figlio e rendici puri e forti nelle prove, perché sull'esempio di Cristo, illuminati dalla speranza che ci salva, impariamo a condividere con i fratelli il mistero del dolore ”.
Il dramma della sofferenza coinvolge tutte le età della vita: anziani e giovani, ricchi e poveri, innocenti e peccatori, tutti sono coinvolti. Ma noi confidiamo nel Signore Gesù, in lui troviamo il senso della sofferenza, la forza per superarla e per vincerla. È bello ciò che preghiamo con il salmista: «Si consumano i miei occhi nel patire. Tutto il giorno ti chiamo, Signore, verso di te protendo le mie mani» (Sal 87,10). E ancora: «Signore tu vedi l'affanno e il dolore, tutto tu guardi e prendi nelle tue mani. A te si abbandona il misero, dell'orfano tu sei il sostegno. Tu accogli, Signore, il desiderio dei miseri, rafforzi i loro cuori» (Sal 9,35.38). Il Signore ha cura di noi, ci sostiene ci dona la forza e la Grazia. Solo lui dissolve la sofferenza che ci rattrista. Ancora con fede così preghiamo: «Io sono povero e infelice; di me ha cura il Signore. Tu, mio aiuto e mia liberazione, mio Dio, non tardare» (Sal 39,18).
«A Dio tutto è possibile» (Mt 19,26). E per noi: «Tutto è possibile per chi crede» (Mc 9,23). Soffrire vuol dire anche amare di più la vita, ritenere la salute come un grande dono di Dio che non deve essere sciupato, ma custodito con amore e con riconoscenza. La sofferenza è anche correzione, è purificazione, è distacco dalle vanità, è sprone alla fiducia e all'abbandono nel Signore che è bontà, tenerezza infinita e compassione. Ci dice stupendamente Isaia: «Ho visto le sue vie, ma voglio sanarlo, guidarlo e offrirgli consolazioni. E ai suoi afflitti io pongo sulle labbra: “Pace, pace ai lontani e ai vicini”, dice il Signore, “io li guarirò”» (Is 57, 18-19).
Sì, abbiamo bisogno di guarigione da tutto ciò che causa sofferenza. Il sofferente, per guarire, ha bisogno di amore, delle attenzioni e delle cure mirate dei fratelli e delle sorelle che con gioia, esercitando la carità di Cristo Gesù, servono coloro che sono bisognosi, malati, disperati, sfiduciati, emarginati, soli, poveri, veramente poveri: questa è anche sofferenza.
Ecco anche il motivo per cui il Signore Gesù ci invita a sconfiggere la sofferenza amando, e ci dice: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti (Mt 22,37-40). E ancora: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,34-35). Anche san Paolo ci invita a portare aiuto a coloro che sono sofferenti; tutti siamo sofferenti, ma la carità, la bontà e la misericordia diventano la nostra liberazione e la forza di vincerla: «… Voi infatti, fratelli, mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri. Tutta la legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso» (Gal 5,13-14).
A Maria, Madre della Chiesa e di tutti noi, affidiamo il nostro cammino a volte sofferente e bisognoso del suo sostegno e del suo aiuto.    

Don Adriano

La carità di Cristo ci esorta ad amare

Carissimi,

è necessario e importante vivere la carità di nostro Signore Gesù Cristo per imparare ad amare e a servire con dolcezza e tenerezza il nostro prossimo, i nostri cari, le nostre famiglie, i poveri, gli indigenti e coloro che sono ai margini della società. La carità di Cristo sa solo amare, come Gesù ci insegna: amare pregando e pregare amando.
San Paolo, scrivendo ai cristiani di Filippi, ci dice stupendamente: «Rendete piena la mia gioia con l'unione dei vostri spiriti, con la stessa carità, con i medesimi sentimenti. Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso, senza cercare il proprio interesse, ma anche quello degli altri» (Fil 2,2b4).
Ciascuno di noi, nel nostro Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione, deve impegnare le proprie energie per calare nel proprio quotidiano il dono sublime della carità di Cristo Gesù amando la propria famiglia, il lavoro che ci è affidato, lo studio, la Chiesa, la fraternità in cui siamo inseriti e il mondo anche
sociale di cui facciamo parte integrante. La carità del Signore Gesù deve essere presente e operante ovunque noi ci troviamo a esprimere il nostro vivere e tutti quei doni che lo Spirito Santo ha messo nel nostro cuore. Solo lo Spirito Santo può donarci la gioia di amare, di convertirci, di avere dentro di noi un cuore nuovo e uno spirito nuovo. Infatti, il profeta Ezechiele ci dice: «Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi. Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio» (Ez 36,26-28).
Per amare veramente, bisogna avere un cuore di carne, un cuore che pulsi solo amore.
Tutto ciò che siamo è un dono dello Spirito Santo. Infatti è dalla carità di Dio diffusa nei nostri cuori e nel nostro vivere per mezzo dello Spirito Santo, che il Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione trae origine, e da esso viene costruita come una vera fraternità, direi famiglia, la nostra seconda famiglia riunita nel nome del Signore. Si è famiglia solo quando si ama; si è se stessi solo quando si esercita la carità di Cristo verso i bisognosi, gli emarginati, i più poveri tra i poveri, verso gli indigenti, le persone sofferenti, verso i malati e i diseredati.
È bello ciò che ci dice Gesù in merito. Nell'ultima cena ci ha affidato un compito straordinario dando lui stesso l'esempio di come servire per amare e di come porsi all'ultimo posto per meglio servire amando. Quindi, durante l'ultima cena, il Signore Gesù ci ha affidato il comandamento nuovo dell'amore reciproco: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati» Gv 13,34; cfr 15, 12). Gesù ci ha fatto il dono dell'istituzione dell'Eucaristia che, facendoci comunicare all'unico pane di vita e all'unico calice, alimenta l'amore reciproco e crea tra di noi un cuore solo e un'anima sola.
Pregando il Padre Gesù dice: «Tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato» (Gv 17,21). La venuta dello Spirito Santo, primo dono ai credenti, ha realizzato l'unità voluta da Cristo Signore. Dove non c'è unità, dove non c’è comunione di vita e fraternità, non c'è spazio per la carità. Dove mancano la preghiera, la parola di Dio e l'Eucaristia, manca la spinta forte di gioire per amare e di esercitare la carità. Non dimentichiamo che la nostra vita partecipa alla carità di Cristo, al suo amore per il Padre e per i fratelli; un amore dimentico di sé: amo perché amo; amo perché Dio è amore, perché Dio è carità, perché Dio è bontà infinita.
A Maria affidiamo tutto ciò che ci dona la gioia di amare, di essere sempre caritatevoli e di servire il Signore con gioia.   

Don Adriano

MENSA DEI POVERI

Opere caritatevoli per i poveri
Mensa via Belfiore 12, Torino
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Distribuzione sacchetti pasto:
domenica e festivi dalle ore 9.00 alle 11.00
Distribuzione pacchi viveri alle famiglie bisognose:
sabato dalle ore 9.30 alle 12.00
Mensa preserale calda per i senzatetto:
da lunedì a venerdì dalle ore 14.30 alle 17.00 

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CENTRO DI ASCOLTO

Corso Regina Margherita 190
10152 Torino
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T 011 4377070
info@cenacoloeucaristico.it

Orario di ricevimento:
Lunedì dalle 7,30 alle 9,30
Giovedì dalle 13,30 alle 16,30

Nei centri di ascolto di Torino e Casanova continua l'accoglienza rispettando le norme vigenti relative al distanziamento e all'uso della mascherina

CASA DI SPIRITUALITÀ

Monastero Abbaziale Cistercense di Casanova. Carmagnola (Torino)
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Aperto ogni domenica e festivi dalle 15 alle 18.
Don Adriano riceve il sabato dalle 6,30 alle 11. Segue celebrazione eucaristica.
Per partecipare alle celebrazioni a Casanova presiedute da don Adriano, è possibile prenotare il pullman telefonando a Michelina al numero 349.2238712. Partenza da Settimo T.se ore 13,00 – Da Piazza Maria Ausiliatrice – Torino ore 13,45.