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Testimonianze

Le testimonianze sono depositate presso la sede dell'Associazione Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione.

Intervento all’esofago

Partecipo costantemente alle celebrazioni eucaristiche di don Adriano nel santuario Nostra Signora della Salute e nel Monastero abbaziale di Casanova.
Voglio fare questa testimonianza perché ho dovuto sottopormi ad un’operazione molto difficile e rischiosa all’esofago: avevo difficoltà a deglutire e avevo rigurgito. I medici mi avevano comunicato che prevedevano un intervento molto delicato, ma io ho voluto affidarmi prima alle preghiere di don Adriano e del suo Cenacolo perché intercedessero presso Gesú e Maria affinché durante l’intervento si superassero le difficoltà previste.
L’intervento è riuscito bene, ma sono subentrati altri disturbi.
Don Adriano non ha mai smesso di pregare per la mia guarigione, anzi, ha intensificato la sua intercessione presso il Signore per ottenere in dono la guarigione completa.
Quando partecipavo alle celebrazioni e don Adriano portava Gesú Eucaristia in mezzo ai fedeli, io mi sentivo avvolta da un forte calore che entrava in me e questo mi accadeva anche ogni volta durante l’adorazione eucaristica.
Ho sempre avvertito un progressivo miglioramento giorno dopo giorno.
Mi sento in dovere di lodare e di ringraziare sempre il Signore per il prezioso dono della guarigione.
Ora sono felice perché ho risolto e superato questo grosso problema che ha travagliato notevolmente la mia vita. Infatti i medici non davano garanzie per quanto riguarda il risultato dell’intervento chirurgico.
Ringrazio pure don Adriano che, con le sue ricche preghiere e con la benedizione del Signore impetrata su di me, mi ha dato la gioia di affrontare la vita con serenità e fiducia.
Grazie Gesú per aver ascoltato le preghiere di fede intensa di don Adriano e del Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione.

Tumore alla ghiandola linfatica

Mi chiamo Selena e sono una ragazza di 23 anni.
La mia storia di sofferenza è terminata grazie a un vero e proprio miracolo del Signore. Ora vi racconto, trasmettendo a tutti voi che siete numerosissimi, la gioia di aver ricevuto la grazia dopo un lungo e travagliato cammino nella malattia, testimoniando quanto è grande e compassionevole il Signore.
Era il 16 maggio 2009 e quel giorno avrei ricevuto la S. Cresima. Nel pieno dei preparativi, andai casualmente sul balcone con mia zia a prendere una boccata d'aria e lei, osservandomi, si accorse che c'era qualcosa di anomalo. Mi fece notare che al lato sinistro del collo avevo un gonfiore. Mi toccai e in effetti sotto le mani sentivo come una specie di ciste di discreta dimensione, ma essa, in quel momento, non mi creava nessun fastidio, tanto meno dolore.
La giornata trascorse tra festeggiamenti e auguri, ma io non mi sentivo felice. Dentro di me c'era una grande ansia e preoccupazione per quel gonfiore al collo, tanto è vero che la sera stessa mi recai al pronto soccorso. Mi fecero un'ecografia: la tiroide rientrava nella norma e mi mandarono a casa dicendomi di stare tranquilla perchè era una ciste che si sarebbe asciugata da sola. Mi tranquillizzai a sentire quelle parole del medico.
Il tempo passò, ma l’infiammazione al collo si estendeva sempre di più. Allora mio padre decise di farmi visitare da un altro specialista il quale mi diagnosticò un fattore genetico che avevo dalla nascita e che si sarebbe manifestato nell'adolescenza.
Nulla di preoccupante, avrei dovuto fare un ago spirato o una risonanza magnetica per poi sottopormi ad un piccolo intervento chirurgico. Ma io, a causa di una grande paura, rimandai ogni ulteriore indagine diagnostica. Avevo anche deciso di non farmi più vedere più da nessun medico, però, nel frattempo, il gonfiore crescendo si notava sempre di più, tanto è vero che anche d'estate mettevo i foulards perchè mi vergognavo. Ma nonostante le continue insistenze dei miei genitori per recarmi dal mio medico, io lasciavo passare il tempo.
Allora mio padre decise di accompagnarmi presso il Monastero abbaziale di Casanova per incontrare don Adriano Gennari e chiedergli preghiere di intercessione su di me. Dopo un’intensa preghiera don Adriano mi disse: “Selena, non perdere altro tempo, va’ subito a fare esami specifici e approfonditi perché questo gonfiore non è da sottovalutare”.
Nel mese di aprile 2010 iniziai ad avere la febbre. Tutti i giorni andavo dal mio medico curante che, convinto si trattasse di influenza, mi imbottiva di cortisone e antibiotici. Ma la febbre andava via un giorno e poi tornava. Per di più mi venne un’enterite, così, ormai debilitata, mi armai di coraggio e andai al pronto soccorso di Moncalieri. Gli esami del sangue erano tutti sballati. I dottori si allarmarono anche per il gonfiore al collo e mi ricoverarono d'urgenza. Fecero la biopsia e, purtroppo, l’esito fu drammatico: tumore. Mi diagnosticarono un linfoma di Hodgkin al IV stadio B, il più grave.
Pertanto mi trasferirono all'IRCC (Istituto di Ricerca Contro il Cancro) di Candiolo, dove rimasi per un mese. Mi misero il catetere centrale venoso, mi effettuarono la biopsia al collo e quella ossea. Il mio tumore era molto grave. Era partito dalla ghiandola linfatica del collo, ma si diffuse al torace, alle ghiandole mammarie, al fegato, alla milza, alle ossa, al midollo e anche nel sangue. Le speranze di guarigione erano minime.
Papà, molto credente e assiduo frequentatore delle celebrazioni di don Adriano, dove presta anche servizio come volontario, mi fece mettere subito in preghiera durante la celebrazione eucaristica e l’adorazione e tanta, tanta gente ha pregato con lui per la mia guarigione.
I medici mi comunicarono che avrei dovuto iniziare subito una chemioterapia mirata: era molto aggressiva, la più forte a disposizione dei medici.
In quel momento così difficile e delicato ho ricevuto dal Signore una forza incredibile che mi ha dato la possibilità di affrontare questa chemioterapia.
Combattevo per me, ma soprattutto per la mia famiglia che soffriva con me. Papà e mamma erano sempre accanto a me con il rosario in mano a pregare, pregare e pregare e con loro anche don Adriano con la sua incessante ed efficace preghiere e tutto il Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione.
Il mio calvario iniziò sottoponendomi a dodici chemioterapie. I miei capelli cadevano, il mio viso era giallo, il mio corpo completamente senza forze ed ero dimagrita notevolmente a tal punto che pesavo solo 36 kg. Ho sofferto tantissimo, solo il Signore sa quello che ho passato. Mi addormentavo pregando, terrorizzata di non svegliarmi più. Già dopo due chemio i risultati della scintigrafia non riscontravano più cellule tumorali. I dottori rimasero stupiti da quei risultati. Io scoppiai in un grande pianto liberatorio e guardando verso il cielo urlai: "Grazie Signore mio". Continuai a fare le cure facendo avanti e indietro da quell'ospedale che ormai era diventato la mia seconda casa. Quando i dottori con le lacrime agli occhi mi guardarono dissero: "Brava Selena, ce l'hai fatta. Sei stata più forte tu di questo male". Io sapevo che era tutto merito dell’intervento del Signore che ha avuto compassione di me. Intanto gli esami successivi continuarono a dare esito negativo.
I medici mi informarono che, purtroppo, a causa delle chemio molto forti e aggressive, le ovaie erano state gravemente compromesse portandomi così alla sterilità. Però, dopo un breve periodo di tempo incominciai ad accusare nausea e vomito per cui mi recai all’Ospedale S. Croce di Moncalieri dove, dopo alcuni accertamenti i medici constatarono e mi comunicarono che ero incinta. La grandezza e la tenerezza del Signore hanno fatto sì che, dopo 4 mesi dalla mia ultima chemioterapia, io rimanessi incinta regolarmente, cosa impossibile per il mondo della medicina. I medici manifestarono la loro incredulità per un fenomeno così straordinario, ma io non ero incredula perché sapevo che il Signore era stato infinitamente misericordioso perché, dopo tanta sofferenza, aveva operato in me. Il ginecologo, analizzando la mia situazione generale, cercò di farmi capire che sarebbe stato opportuno abortire. Consultai allora i medici del Centro di Candiolo, che mi avevano curata in precedenza e quelli del Sant’Anna di Torino. Tutti si espressero nello stesso modo, cioè che in quel momento non era consigliabile portare avanti la gravidanza. Io non mi arresi e portai avanti il grande dono della maternità.
Di tanto in tanto mi recavo da don Adriano per continuare il cammino di preghiera che accompagnava e sosteneva la mia gravidanza la cui scadenza era prevista per il 2 novembre 2011. Io mi rivolsi al Signore chiedendogli che la mia piccola nascesse il 22 ottobre, il giorno della festa di papa Karol Wojtyla a cui sono molto devota.
Infatti, il 22 ottobre 2011 nacque la piccola Beatrice Giovanna Paola, di parto spontaneo e fu la prima nascita di quel giorno presso l’ospedale Sant’Anna di Torino. Adesso io e la mia piccola stiamo bene e sono felice. Ringrazio ogni giorno nostro Signore Gesù per avermi salvato la vita, per il dono di una meravigliosa creatura e per avermi fatto capire e apprezzare il valore inestimabile della vita.
Con grande riconoscenza rendo lode e grazie al Signore.
Ringrazio don Adriano per le efficaci preghiere di intercessione e il suo Cenacolo per aver pregato per me.
Allego certificati medici.

Il dono della vita

Siamo i genitori di un bambino di 5 anni e desideriamo tanto dare la nostra testimonianza per infondere coraggio a tutti quei genitori che devono decidere della vita del proprio piccolo. Noi abbiamo scelto la vita!
A marzo del 2006 durante l'ecografia morfologica di controllo fu diagnosticato al nostro piccolo una grave malformazione al cuore, inoltre ci fu detto che il bambino sarebbe potuto nascere morto o che spesso in tali circostanze si associavano altre malformazioni d'organi, pertanto era consigliabile interrompere la gravidanza.
Le parole, non sono in grado di descrivere lo stato d'animo in cui eravamo sprofondati, fortunatamente intervenne il nonno che ne parlò in parrocchia con un sacerdote, il quale si mise subito in preghiera e ci mise in contatto con una volontaria del CAV (Centro di Aiuto alla Vita), che si adoperò per metterci in contatto con un cardiologo neonatale dell'ospedale Regina Margherita, il quale per la prima volta ci diede la speranza che il bambino poteva nascere tranquillamente ma avrebbe dovuto subire degli interventi per consentirgli di vivere.
Il sacerdote che ci mise in contatto con una volontaria del CAV, ci portò anche al monastero di Casanova dove partecipammo alla messa celebrata da don Adriano, fummo subito molto colpiti perché non avevamo mai partecipato a delle celebrazioni così profonde e coinvolgenti dove si sentiva e si sente tuttora la presenza forte del Signore.
Proprio durante una di queste celebrazioni eucaristiche don Adriano si soffermò in preghiera con il Santissimo davanti a mia moglie che sentì improvvisamente il bambino effettuare una capriola e questo ci sorprese perché fino a quel giorno mia moglie non lo aveva ancora sentito muoversi e per questo era molto preoccupata. Questa per noi è stata la prima grazia perché non sentendo il bambino eravamo preoccupati che potesse avere altre problematiche.
Nel mese di Agosto 2006, nacque Alessandro, un raggio di luce e un prezioso dono per tutta la famiglia. Da subito venne ricoverato nel reparto di cardiochirurgia in attesa che la sua mamma potesse ricongiungersi a lui, anche se aveva un prezioso Angelo custode che era il suo papà. Dopo quindici giorni fu necessario procedere con il primo intervento. L'operazione andò bene, ma il bambino fortemente provato aveva grosse difficoltà ad alimentarsi.
Dopo due mesi di estenuanti e innumerevoli tentativi, sondino naso-gastrico e dopo aver provato ogni tipo di biberon, provammo a proporgli il latte durante il sonno, e quello fu l'unico modo in cui il suo stomaco riusciva a trattenere quanto ingerito; non sappiamo ancora adesso come ci venne quest'idea, ma sicuramente siamo convinti di essere stati aiutati dalle preghiere di don Adriano che accompagnavano questo cammino di sofferenza.
Purtroppo però dopo alcune settimane dalle dimissioni ospedaliere il tubicino che gli era stato messo nel primo intervento si chiuse parzialmente e fu necessario sostituirlo con un altro intervento non previsto. L'intervento andò bene; infatti in poche settimane il bambino fu dimesso e da quel momento cominciò a crescere regolarmente.
A dieci mesi venne nuovamente sottoposto ad un nuovo intervento che ebbe esito positivo, ma che durò 15 interminabili ore durante le quali con don Adriano pregammo, pregammo e ancora pregammo. Purtroppo però anche qui vi furono delle complicazioni.
Alle dimissioni dall'ospedale sembrava che andasse tutto bene, ma si verificò nuovamente un’inspiegabile situazione. Durante un cateterismo cardiaco di controllo ci fu detto che la vena cava era chiusa e che alla luce di questa situazione non era possibile effettuare l'ultimo intervento previsto. Ancora una volta non perdemmo la fede e la fiducia nel Signore e la preghiera diventò davvero la nostra forza.
Dopo circa un anno fu nominato un nuovo primario di cardiologia; la dottoressa prese a cuore la situazione di Alessandro e ci propose dì fare una TAC con contrasto.
Con grande stupore ci disse che la vena cava non era chiusa bensì aperta; a tale notizia reagimmo piangendo di felicità e pensammo subito a don Adriano che, durante l'imposizione delle mani sul suo corpicino, invocava lo Spirito Santo per liberarlo e plasmarlo.
Da quel momento il bambino venne sottoposto a diversi cateterismi, almeno uno ogni sei mesi, di tipo diagnostico ed interventistico che gli permisero di raggiungere le condizioni ottimali per effettuare l'ultimo intervento di correzione. L'intervento si compì a settembre 2011. Nel complesso l'operazione andò bene, anche se durante il ricovero in rianimazione si presentò nuovamente una complicazione. Gli venne una febbre alta che i dottori non sapevano spiegarsi in quanto gli esami del sangue erano nella norma e non risultavano infezioni. Questa situazione non gli permetteva di respirare autonomamente quindi doveva essere aiutato da una macchina e non poteva essere svegliato.
A questo punto il nonno chiamò don Adriano spiegandogli la situazione; lui lo rassicurò dicendogli che avrebbe continuato a pregare e di avere sempre fiducia nel Signore che avrebbe certamente manifestato la sua potenza.
Il pomeriggio stesso fummo chiamati dal reparto di rianimazione dell'ospedale Regina Margherita, ci dissero che il bambino stava bene, che era stato estubato e respirava autonomamente e, notizia ancor più bella, che chiedeva della mamma.
Ci precipitammo in ospedale dove i dottori ci dissero che la febbre era scesa improvvisamente senza l'aiuto di alcun farmaco.
Adesso il bambino sta bene e continua ad effettuare visite periodiche di controllo.
La nostra famiglia vuole ringraziare con questa testimonianza innanzitutto il Signore che ha operato meraviglie con la sua infinità bontà, don Adriano, tutte le persone a lui vicine, il sacerdote che ci ha messo in contatto con lui e cioè don Edoardo, Flora ed Eugenia (CAV di Collegno) e coloro che si sono uniti alle nostre preghiere. A tutte queste persone e a quelle non menzionate vorremmo dire un profondo grazie e chiedere di continuare a pregare per Alessandro.
Inoltre i pensieri più belli vanno al Signore che ha dato al nostro bambino la forza per superare i momenti difficili della sua malattia.
Alessandro ogni giorno dimostra di aver lottato e di apprezzare il dono che gli è stato dato: la vita.
Grazie.

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