Pubblicato in Testimonianze 2013
Ho attraversato un periodo brutto e difficile a causa di un lutto familiare per la morte di mia sorella. Questo fatto mi aveva anche fatto perdere la poca fede che avevo.
In quei giorni di sofferenza alcuni conoscenti mi hanno parlato di don Adriano e mi hanno consigliato di incontrarlo. Ho accolto il loro invito e, domenica 27 maggio 2012, mi sono recato nel Monastero abbaziale di Casanova: don Adriano mi ha ricevuto amichevolmente e ha pregato su di me. È stato un incontro straordinario perché mi ha cambiato interiormente. Poi, durante l’adorazione eucaristica, sono stato pervaso da un forte calore; mi sentivo quasi svenire, ma inspiegabilmente ho sentito subito una grande pace, tanta forza e serenità nel cuore. L’incontro con don Adriano mi ha fatto anche riscoprire la fede che io ritenevo perduta.
Ora sento la necessità di continuare questo percorso spirituale iniziato da poco intensificando la preghiera, partecipando all’Eucaristia e accostandomi periodicamente al sacramento della riconciliazione e soprattutto per la gioia e la voglia di vivere che sono ritornate in me.
Ringrazio il Signore Gesú per questi doni che ho ricevuto.
Grazie anche a don Adriano perché ha pregato e continua a pregare per me accompagnandomi in questo cammino così bello e così importante per la mia vita.
Pubblicato in Testimonianze 2013
Mio genero è malato di cancro alla vescica e ogni tre mesi deve essere ricoverato per tre giorni per controlli medici e biopsia.
Un sabato mattino del mese di giugno 2011, mi sono recata presso il Centro di ascolto del Monastero abbaziale di Casanova da don Adriano per chiedergli di pregare intensamente per questo figliolo. Don Adriano si mise in preghiera presentando mio genero al cuore misericordioso e compassionevole di Gesú chiedendo in dono la liberazione e la guarigione. Terminato questo forte momento di preghiera mi disse che il problema più grave non era il cancro, ma una catena che teneva mio genero legato a una situazione negativa e che doveva essere spezzata al più presto. Io non avevo compreso che cosa volesse dire.
Il giovedì successivo mia figlia, che è mamma di una ragazza di 18 anni, vedeva il marito molto preoccupato e triste e gli chiese se la sua preoccupazione era dovuta alla morte di sua madre, che era deceduta alcuni giorni prima, oppure a causa del ricovero in ospedale per i controlli periodici.
Il marito le confidò che la sua apprensione era dovuta al fatto che da ben quattro anni aveva una relazione con un’amica di famiglia, sposata, che si era innamorata di lui e che lo ricattava per tenerlo legato a sé minacciandolo di riferire la loro relazione a sua moglie. Allora lui stesso decise spontaneamente di confessare direttamente a sua moglie, informandone anche l’amante vietandole di frequentare ancora la loro casa. Questa, incredula, telefonò a sua moglie per averne conferma.
A questo punto ho capito a che cosa si riferiva don Adriano quando mi parlò di una “catena” che era necessario spezzare.
Mia figlia, intanto, allontanò da casa il marito e non si presentò più a lavorare con lui per cui fu necessario assumere due persone per sostituirla. Mia figlia era comunque consapevole che suo marito aveva tanto bisogno del suo aiuto a causa delle sue condizioni di salute.
Per questo dispiacere anche mia nipote non riusciva più a impegnarsi nello studio.
Io e mia figlia, fiduciose nell’aiuto del Signore, abbiamo chiesto ripetutamente consigli e preghiere di intercessione a don Adriano che ci aveva assicurato che lo avrebbe continuamente tenuto in preghiera affinché potesse guarire da questa anomala situazione familiare.
Nel mese di novembre, dopo l’ultima preghiera di liberazione e di guarigione interiore, mio genero si è riavvicinato alla moglie confessandole che aveva capito di aver recato tanta sofferenza, che era veramente pentito e che desiderava ritornare a vivere a casa con loro. Mia figlia gli rispose che ci avrebbe pensato e che avrebbe deciso in seguito; intanto lo accompagnò all’ospedale per gli esami. Dai risultati, il medico disse che la situazione era buona e che avrebbe dovuto ripresentarsi per il prossimo controllo dopo quattro mesi.
Successivamente hanno pensato bene, di comune accordo, di programmare un viaggio per ulteriormente mettere a fuoco la loro convivenza e ripartire su un cammino tutto nuovo. Questo viaggio, supportato continuamente dalla preghiera, portò frutti positivi, tanto è vero che, finalmente, nella famiglia pareva fosse ritornata la pace molto sospirata, così pure la serenità e l’amore, ma mia figlia non era ancora convinta di perdonare il marito. Sono infatti trascorsi alcuni mesi cioè fino a febbraio 2012.
Intanto mia figlia, che ha 49 anni, non trovava lavora e neppure voleva tornare a lavorare con il marito. Venni a conoscenza di questa intenzione alle ore 15,00 e mi sono recata subito da don Adriano in quale ha pregato per lei e alle ore 16,00 mia figlia mi ha comunicato che aveva deciso di ritornare a lavorare con il marito, perdonandolo. Il marito, quella sera stessa, la invitò a cenare in pizzeria con la loro figlia, ma mia figlia, poiché sapeva che il mattino seguente il marito doveva recarsi in ospedale per i soliti esami di controllo, gli disse che preferiva preparare lei a casa una cena leggera. Da quel momento sono tornati insieme felicemente e non vogliono più ricordare i brutti momenti trascorsi.
Davvero il Signore non ci ha abbandonati a noi stessi, ma ha accolto le preghiere che sono state molto efficaci. Pertanto rendiamo grazie a Lui che ci ama, ci sostiene e sempre ci perdona.
Così pure vogliamo ringraziare don Adriano che, con il suo Cenacolo, si è preso cura di noi accompagnandoci con la sua preghiera. Lode e gloria al Signore Gesú.
Pubblicato in Testimonianze 2013
Voglio rendere testimonianza della grazia che ho ricevuto da Dio nel lontano 2001.
Era da molto tempo che avrei voluto narrare quanto mi è accaduto, ma non ci ero mai riuscito, forse per la mia timidezza o forse perché solamente adesso per una serie di eventi che mi sono accaduti, ho capito che la mia testimonianza può essere di aiuto a tutte quelle persone che perdono la speranza e soprattutto la fede.
Un ruolo importante in questa storia lo ha avuto mia madre, donna di grande fede, la quale in quel periodo mi aveva parlato di don Adriano e delle sue messe celebrate presso la parrocchia di Saint Martin ad Aosta il sabato sera.
Da circa due anni io e mia moglie cercavamo di avere un figlio, ma non arrivava.
Ricordo l'angoscia, la tristezza che ci aveva avvolto, ed ormai eravamo giunti alla conclusione che avremmo dovuto fare accertamenti per verificare eventuali problemi di sterilità.
Nel mese di giugno 2001 mia madre decise di partecipare ad una messa celebrata da don Adriano a Torino presso la il santuario Madonna della Salute e ricorda che c'era tanta gente in chiesa e che, non avendo posto a sedersi, era stata invitata ad occupare i posti dietro l'altare.
Io sono a conoscenza che mia madre pregava molto Dio con il cuore, per chiedergli la grazia di donarmi un figlio.
Ciò non significa che io non pregassi, ma mia mamma in tutti i modi e in tutte le maniere, compresa quella di lasciare dei bigliettini, chiedeva sempre a Dio e alla Madonna di farmi questo grande dono.
In un occasione si era rivolta anche a don Adriano personalmente per raccontargli i nostri problemi e la sua risposta era stata quella che bisogna pregare e confidare nel Signore, fonte di vita.
Quel giorno terminata la messa dei ragazzi hanno distribuito dei bigliettini di colore giallo sigillati con un piccolo nastro e mia madre aveva deciso di prenderne uno e di portarlo a me, probabilmente senza sapere di cosa si trattasse, ma aveva deciso che qualunque cosa vi fosse scritto avrei dovuto leggerlo io.
Il giorno dopo mia mamma mi ha portato questo piccolo biglietto che io ho letto immediatamente e faceva riferimento alla gioia di ottenere il dono di un figlio.
Quasi incredulo di quanto avevo letto continuavo a chiedere a mia madre se era sicura di aver preso questo biglietto a caso tra tanti altri all'interno di un cestino, e la sua risposta era sempre la stessa: SI.
Ebbene lo Spirito Santo era sceso su di me e su mia moglie riempiendo i nostri cuori di gioia e di felicità, perché il mese successivo eravamo già in attesa di un bambino.
Io dico grazie a Dio per il dono ricevuto e dico grazie anche a mia madre la quale mi ha sempre sostenuto dicendomi che bisogna sempre pregare, perché il Signore ci ascolta.
Dopo alcuni anni dalla nascita della piccola, tramite esami medici effettuati ho scoperto di avere problemi di fertilità e che per me sarebbe stato quasi impossibile poter avere figli.
Considerato quanto sopra ritengo ciò che mi è accaduto è da ritenersi un miracolo.
Ho scritto queste poche righe perché, anche se a distanza di tempo, ho il dovere di testimoniare quanto successo, anche per dare una speranza alle coppie che non riescono ad avere figli affinché abbiano fede, perché a Dio nulla è impossibile.
La preghiera è l'unico mezzo, come sostiene sempre don Adriano, che abbiamo per avvicinarci a Dio, perché Lui è nostro Padre che ci ascolta e ci esaudisce.
Quale padre non ascolterebbe il figlio se gli chiede aiuto?
Sia lode e gloria al Signore Gesù.